Il sogno di Ursula
Il sogno di Ursula è un romanzo epico al femminile: Ursula anela e rivendica la propria indipendenza e, insieme, il proprio diritto a vivere l’amore. Il conflitto spesso irrisolto – essere libere e indipendenti senza che ciò comporti la rinuncia all’amore – è rappresentato mediante la storia di ognuna delle vergini che intraprendono il viaggio lungo il Reno, in un’epoca di smarrimento esistenziale in cui il mondo si rivela pieno di pericoli e di rischi: le carestie, le malattie infettive mortali, ma anche le tortuosità del desiderio e l’ambivalenza tra l’odio e l’amore e/o il timore suscitato dal desiderio di amare ed essere amate per ciò che si è (e non per il ruolo che si dovrebbe rivestire).
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Descrizione
Il sogno di Ursula è un romanzo epico al femminile: Ursula anela e rivendica la propria indipendenza e, insieme, il proprio diritto a vivere l’amore. Il conflitto spesso irrisolto – essere libere e indipendenti senza che ciò comporti la rinuncia all’amore – è rappresentato mediante la storia di ognuna delle vergini che intraprendono il viaggio lungo il Reno, in un’epoca di smarrimento esistenziale in cui il mondo si rivela pieno di pericoli e di rischi: le carestie, le malattie infettive mortali, ma anche le tortuosità del desiderio e l’ambivalenza tra l’odio e l’amore e/o il timore suscitato dal desiderio di amare ed essere amate per ciò che si è (e non per il ruolo che si dovrebbe rivestire). Una rivendicazione di emancipazione per la quale allora come ora le donne pagano spesso il prezzo più alto – la propria vita – a una società che continua a volerle sottomettere con la forza. Non a caso già nella leggenda di sant’Orsola era stata enfatizzata la santità della donna che pur di non cedere alla violenza sessuale subisce il martirio: dalle cronache dell’epoca traspare infatti che uno degli argomenti che più toccavano l’opinione pubblica negli scontri militari fosse proprio quello delle donne, madri di famiglia, giovani vergini o monache strappate alla sicurezza delle loro abitazioni e rese oggetto di violenze da parte degli invasori. La quasi spensierata e leggiadra brutalità degli uomini, soggiogati emuli di padri trionfanti, non impedisce ad Aetherius di rappresentare l’amore al quale Ursula deve rinunciare in cambio della propria libertà; egli rimane comunque l’oggetto d’amore di Ursula, anche quando la paura di perdere la propria libertà la induce ad allontanarsi, a fuggire dalla possibilità di amare e di essere amata. La fuga è un movimento continuo e ripetitivo poiché ciò che contraddistingue il fuggire è il suo essere legato indissolubilmente alla ricerca di sé che Ursula rispecchia dentro e fuori dal testo. L’arte della fuga implica saper perdere, sapersi lasciare alle spalle le vite precedenti pur di emanciparsi e raggiungere l’indipendenza (economica ma anche affettiva). La fuga, dunque, il naufragio dell’esilio che nella lontananza fa del corpo l’unica dimora in cui trovare conforto, diviene per Ursula la maniera di comprendere se stessa, la vita e il mondo.