Io non ti ho mai promesso l’eternità
Ispirato ad una storia vera, Io non ti ho mai promesso l’eternità, secondo romanzo di Tununa Mercado, è la prova magistrale di come la scrittrice sia riuscita a creare un universo composto da memoria ed esilio, storia e finzione. L’architettura narrativa dell’opera è complessa e mostra una grande ricchezza costruttiva e stratificazioni di linguaggio che permettono di affrontare i drammi individuali e collettivi. L’autrice si avvale di diari, testimonianze, lettere per poter costruire una storia dalle forti valenze umane corredata dall’inevitabilità del “pathos”.
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Descrizione
Ispirato ad una storia vera, Io non ti ho mai promesso l’eternità, secondo romanzo di Tununa Mercado, è la prova magistrale di come la scrittrice sia riuscita a creare un universo composto da memoria ed esilio, storia e finzione. L’architettura narrativa dell’opera è complessa e mostra una grande ricchezza costruttiva e stratificazioni di linguaggio che permettono di affrontare i drammi individuali e collettivi. L’autrice si avvale di diari, testimonianze, lettere per poter costruire una storia dalle forti valenze umane corredata dall’inevitabilità del “pathos”. Io non ti ho promesso l’eternità è la storia della persecuzione e della diaspora di una famiglia ebrea inseguita dall’aggressione nazista. Attraverso questa storia la Mercado, costretta più volte all’esilio (1966-1971 in Francia, 1974 in Messico), per la feroce dittatura istaurata in Argentina, ricostruisce numerosi spazi della memoria narrativa attraverso Germania, Francia, Spagna, Messico, Israele, in una prospettiva che potremmo ben definire “transatlantica”. Il fine del progetto letterario della scrittrice è quello di prevenire l’oblio, evitarlo benché questa operazione richieda un consistente supplemento di dolore. La trama della narrazione sminuzzata con ramificazioni, affluenti e rizomi, recupera tutta intera la memoria per proporre un meccanismo salvifico, mettendoci in guardia sui pericoli della strategia dell’oblio che in Argentina, come durante la dittatura hitleriana, ha legittimato le barbarie. Io non ti ho mai promesso l’eternità racchiude la volontà di vedere oltre la rigidità dei dogmi e della gratuita mistificazione della negazione di valori, diritti, culture e umanità. Esercita la memoria come liberazione, come lucido strumento per evitare la reiterazione della catastrofe. Sollecita la memoria con la sua fedele compagna, la nostalgia, che per Tununa Mercado non è una patologia del ricordo, ma uno strumento di riscatto, di restituzione, e forse, come vorrebbe Carlos Fuentes, potrebbe anche significare una “memoria del futuro”.