La virilità nell’islam
Nadia Tazi Un’analisi dell’affermazione virilista nelle sue determinanti sociali e psichiche È sempre la donna, nella sua condizione di sottomissione all’uomo, ad essere al centro degli studi sulla sessualità nella cultura islamica. Mentre il discorso sulla virilità, quando non è rimosso, è lasciato a latere di tali studi, quasi non fosse parte integrante dell’insieme.
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Descrizione
Nadia Tazi Un’analisi dell’affermazione virilista nelle sue determinanti sociali e psichiche È sempre la donna, nella sua condizione di sottomissione all’uomo, ad essere al centro degli studi sulla sessualità nella cultura islamica. Mentre il discorso sulla virilità, quando non è rimosso, è lasciato a latere di tali studi, quasi non fosse parte integrante dell’insieme. Questo il più delle volte appiattisce la questione sessuale islamica su un versante puramente sociologico. L’originalità del presente libro risiede nello sforzo di recuperare il discorso sulla virilità. Qui vengono messi in luce gli scacchi, le ambiguità, le contraddizioni di una virilità che si vuole sempre coerente e lineare, semplice e scontata, in antitesi con la sessualità femminile invece concepita come complessa e ineffabile. Il libro indaga dunque il risvolto sintomatico della virilità, e lo fa interpellando autori dalle provenienze eterogenee, ciascuno impegnato a leggere le diverse sfaccettature del volto della virilità nel proprio stile, con la propria sensibilità, talvolta battendo sentieri dagli sbocchi sorprendenti e imprevedibili. Si va così dall’emblematica ricerca sociale sulla prima notte di nozze, di Adel Faouzi, a un’inedita lettura della dibattutissima questione del velo, di Fethi Benslama, passando per la pungente analisi della divisione dei sessi elaborata da Nadia Tazi a partire dalla fisionomia della strada, e infine approdando agli aspetti immaginari della virilità (con i lavori di Aziz al-Azmeh, Hachem Foda, Jamel Eddine Bencheikh, Alice Cherki e Djamila Saadi-Mokrane) e alle letture psicoanalitiche della sessualità (con i contributi di Jacques Hassoun e Jean-Michel Hirt). Chiudono le toccanti testimonianze di Emmanuel Ionnidis-Emys e Leïla Sebbar: uno sguardo maschile e uno sguardo femminile, dunque, che invero sono anche uno sguardo d’Occidente e uno d’Oriente, simbolicamente ricompongono una visione d’insieme troppo a lungo trascurata