Se vuoi sapere di me

Umberto Bellintani era un poeta che sentiva quanto è bello “avere nell’anima la salute / gaia di cirri bianchi in corsa / nel bel celeste, la gioia /candida del fresco vento”, tanto da esprimersi programmaticamente sulle sue “parole amate” quali capra e pecora e zappa, e asino vanga e pietra, e falce erba medica farfalla e ragno nella ragnatela al sole, e granturco e mulo, e cavalla e scrofa e carretto (Le mie parole amate).

Momentaneamente non disponibile.

Esaurito

COD: ISBN 978-88-9019-707-9 Categoria:

Descrizione

A cura di Suzana Glavas, 2006; Umberto Bellintani era un poeta che sentiva quanto è bello “avere nell’anima la salute / gaia di cirri bianchi in corsa / nel bel celeste, la gioia /candida del fresco vento”, tanto da esprimersi programmaticamente sulle sue “parole amate” quali capra e pecora e zappa, e asino vanga e pietra, e falce erba medica farfalla e ragno nella ragnatela al sole, e granturco e mulo, e cavalla e scrofa e carretto (Le mie parole amate).

Parole come denominatori sinceri del bello del creato, come anche l’albero in cui sentiva in modo istintivo il pulsare della vita di chi l’aveva preceduto nel donargli l’esistenza. Lo sentiva un asse cosmico e toccandolo vi sentiva pulsare il mistero, ne sentiva l’arcana anima, lo spirito dei suo cari familiari scomparsi, fusi in tutt’uno con la vita cosmica. La struttura della sua opera lirica, che si pone come una visione dell’insieme fra microcosmo e macrocosmo, rimanendo l’unica possibile chiave di interpretazione, sfugge ancora alla critica. Per questo motivo Bellintani si era ritirato dal mondo letterario e dal modo di essere frammentario dei suoi contemporanei, incapaci di carpire il grande senso di armonia da lui vissuta fra lo spirituale e il materiale, da lui cantata come armonioso relazionarsi del proprio spirito con quello divino, con la luce dell’anima che illumina la vita terrena ed ultraterrena…

La sua vita è stata un viaggio spesso turbato da eventi esterni, ma egli ha saputo, anche in quelli, rinvenire un senso, ritrovare le umane ragioni di essere e di esistere, carpirne il progetto divino… Chiunque, dunque, potrebbe sentire il miracolo dell’esistenza cantata e difesa da Umberto Bellintani se provasse ad ascoltarlo dal suo “paterno focolare”. Solo allora sarebbe capace di scoprire che ogni immagine e pensiero scolpiti nel verso del poeta di San Benedetto Po rispecchiano un ricco e complesso vissuto che vede riflesso il tempo storico nella dimensione atemporale del grembo cosmico. (S. Glavaš).