Lettera agli amici turchi, dopo il voto del 1 novembre e la vittoria di Erdogan di Giuseppe Goffredo

Cari amici,

so che la sofferenza è forte dopo il voto del primo novembre e dopo l’attentato di Ankara. So che l’incertezza sul presente e sul futuro è accresciuta. Ma occorre resistere, non mollare. Pensare che questi uomini, macchine di potere, dovranno pure fare i conti con la purezza di chi dice no a tutto questo. A chi, come noi, da una riva all’altra, è alla ricerca, ogni giorno, ogni momento, del perché e del come possiamo essere. So che queste macchine della sofferenza vogliono solo torturare, distruggere, svuotare la voglia che ognuno di noi ha di essere, ma questi uomini macchina del potere devono pure fare i conti con quello che noi siamo; quello che noi cerchiamo. Come noi ogni giorno, dovunque siamo, apriamo gli occhi, vediamo la luce che si diffonde sulle cose.

So che per la Turchia, dopo il voto del primo novembre, che ha sancito la vittoria di Erdogan, verranno giorni duri e difficili, ma io credo che l’avere dentro la luce di questa ricerca, possa dare forza alla nostra cittadinanza, tenere in piedi, comunque vada, la nostra presenza. Noi ci siamo e siamo così, al di là di tutto quello che accade. C’è chi per paura, per interesse, per sentirsi sicuro, accetta che qualcuno spenga la sua idea del mondo. Sappiamo che c’è chi per un vantaggio immediato, per vivere facile, accetta che qualcun altro a suo nome, possa compiere e permettere che si compiano atti di terrore e di malvagità. Tutto ciò accade. È accaduto. E il voto del primo novembre lo ha sancito.

Tutto ciò ci procura dolore e rabbia. Tutto ciò ci fa sentire soli. Ma noi sappiamo perché tutto ciò accade, viene fatto in modo che accada.

L’orrore nel mondo, verso i popoli, le persone, avanza, e allora, non deve arretrare la nostra lucidità, la consapevolezza delle cose. Non è un buon momento per il mondo. Noi lo sappiamo. Avanza il fantasma della paura, del cinismo, dell’ipocrisia. Appaiono Stati mostri alimentati da diverse e oscure vene di sangue. La mostruosità viene accettata e guadagna territori, fa precipitare nuove fette di uomini, donne e bambini nel proprio baratro. Tutto questo lo sappiamo. Tutto questo lo vediamo ogni giorno. Tutto questo ci scava dentro. Rosicchia parte della nostra resistenza e delle nostre speranze. Forse in alcuni momenti ci fa vacillare. Ma noi sappiamo perché accade. Noi sappiamo che ci sono uomini che ogni giorno si svegliamo per lavorare contro l’umanità. C’è una macchina di sofferenza in atto che produce condizioni disumane, che calpesta vite e diritti umani, erode spazi di democrazia, prepara la guerra.

Oggi non ci sono leader padri ma carnefici irresponsabili dei nostri Paesi. Le loro coscienze sono macchiate da ombre terribili di sangue e di morti. Morti dopo morti, indifferenza dopo indifferenza. Essi non sono luce per i loro popoli sono buio e morte. Essi non governano: spingono la propria gente verso il disastro. Non hanno idea di bene e di valori necessari. L’unica cosa che vedono è la volontà del proprio potere. Per affermare il proprio potere dispotico diventano malvagi e oppressivi. Per tenere sotto scacco la propria gente, scelgono il conflitto, la guerra, la corruzione, gli intrighi. Essi, nonostante le dichiarazioni ufficiali, sono appoggiati dal sistema dei grandi poteri internazionali, compreso il mio Paese.